Referendum Lavoro

mercoledì 20 aprile 2011

IL BUON GOVERNO DELLA LEGA NORD

Due assessori leghisti di due Comuni del Bresciano sono stati arrestati per tangenti. Si tratta di Mauro Galeazzi, 48 anni, titolare della delega a Urbanistica e lavori pubblici a Castel Mella, e di Marco Rigosa, 45, capo ufficio tecnico del Comune di Castel Mella e assessore ai Lavori pubblici a Rodengo Saiano (Comune che risulta comunque estraneo alle indagini). Nell'operazione, condotta dai carabinieri della compagnia di Brescia, sono stati arrestati Andrea Piva, 36enne di Rodengo Saiano, geometra, libero professionista, e Antonio Tassone, 68 anni di Lumezzane, imprenditore.
I due assessori sono stati sospesi dalla Lega, rende noto il segretario provinciale del Carroccio bresciano, Stefano Borghesi. "Abbiamo piena fiducia nella magistratura - ha dichiarato detto - e ci auguriamo che la vicenda possa essere chiarita nel più breve tempo possibile". E il presidente (leghista) del consiglio regionale lombardo, Davide Boni: "Chi sbaglia paga. Da noi non è possibile nemmeno pensarla una cosa così. Un militante leghista che fa amministrazione, prima deve aver paura del movimento e poi della magistratura". Dopo una simile accusa, ha detto Boni, "si deve togliere innanzitutto dall'imbarazzo il movimento. E poi se si è sbagliato, si paga. Abbiamo un codice interno molto forte e reati di quel genere non sono ipotizzabili".
I provvedimenti sono stati emessi dal gip bresciano Cesare Bonamartini su richiesta del pm Silvia Bonardi. E' indagato anche un altro dipendente dell'ufficio urbanistica del Comune di Castel Mella. I reati contestati sono per tutti di corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio, e solo per Galeazzi, anche di peculato. Antonio Tassone, impegnato nella realizzazione di un centro commerciale in Castelmella, usava come tramite Piva per mantenere i rapporti con il responsabile dell'ufficio tecnico Rigosa e con l'assessore Galeazzi. Il centro commerciale stava per essere realizzato su un terreno sottoposto a vincolo paesaggistico-ambientale che Tassone aveva già opzionato con un contratto preliminare.
Nella ricostruzione dell'accusa, per rendere più veloce e sicuro l'iter di approvazione del piano urbanistico - ammorbidendo i controlli, in particolare  della commissione paesaggistica - Tassone aveva pattuito un versamento di 22mila euro, dei quali 12mila pagati a favore della società di Piva e altri 10mila versati in contanti dallo stesso imprenditore a Piva e da questo consegnati al Rigosa, che ne aveva poi versato una parte all'assessore Galeazzi. Galeazzi è indagato anche per peculato: nella sua veste di pubblico ufficiale aveva nella sua disponibilità un cellulare di servizio, intestato alla Provincia di Brescia, con cui aveva effettuato centinaia di telefonate a fini esclusivamente privati.

Nessun commento:

Posta un commento